Cattive Acque (a cura di Andrea Chiappini)

Todd Haynes porta sul grande schermo la storia, vera, di quello che può essere considerato uno dei più rumorosi scandali sull’inquinamento della storia americana, reso celebre dall’articolo  del New York Times Magazine intitolato “ The Lawyer Who Became DuPont’s Worst Nightmare”.

Tutto ebbe inizio quando alla porta di Robert Billot, avvocato ambientalista al soldo delle multinazionali, nell’apice della sua carriera, si presenta Wilbur Tennant, agricoltore del West Virginia, chiedendo aiuto e portando con se due scatoloni di videocassette sulle quali ha registrato la misteriosa morte di quasi tutti i suoi animali. Quando Billot si rende conto che il terreno dell’agricoltore confina con la fabbrica di una delle più grandi multinazionali, la Dupont, capisce che li sta succedendo qualcosa di terribile che non interessa soltanto gli animali di Tennant ma anche l’intera popolazione di Parkersburg. La scelta da che parte del tavolo stare condizionerà per sempre sia la vita dell’avvocato che la salute di un intera cittadina.

Film dal ritmo troppo alterno, con la parte centrale un po’ troppo lenta, tale da far chiedere allo spettatore dove Haynes voglia arrivare e cosa voglia realmente raccontarci. Molto bella a mio avviso la fotografia, che ci presenta un panorama del West Virginia che più rurale di così non si poteva. Un plauso speciale va a Mark Ruffalo, capace di un interpretazione molto profonda, il quale, grazie al suo repertorio mimico, ci regala un personaggio in continua evoluzione e ad una Anne Hathaway negli inconsueti panni di una casalinga molto cattolica che all’occorrenza saprà farsi carico della sua famiglia, lottando accanto al marito.

GUSTO: Qualsiasi cosa poco salata perché vi passerà la voglia di bere acqua…

FRASE CULT: “ Vogliono farci credere che ci proteggono, ma noi dobbiamo proteggerci…da soli! “