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Favolacce
Direttore
Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo
Genere
Drama , Per Scuotersi
Stars
Elio Germano, Barbara Chichiarelli, Lino Musella, Gabriel Montesi
Scrittore
Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo
Produttore
Agostino Sacca', Vincenzo Sacca', Salvatore Pecoraro
Durata
1h 38min
Estate torrida a Spinaceto, quartiere periferico e residenziale di Roma. Villette a schiera abitate da ex proletari che le hanno acquistate per festeggiare la scalata di status alla piccola borghesia. E che ora vivono di piccole ambizioni da ostentare di fronte ai vicini: il barbecue, la piscinetta in giardino, le grandi feste di compleanno dei figli. Questi adulti meschini, assuefatti alla propria infelicita’, non si accorgono del malessere dei propri figli, tanto sono concentrati sui 10 delle loro pagelle scolastiche.
E invece, ‘i bambini li guardano’. Senza parlare: sono infatti completamente incapaci di comunicare, di chiedere aiuto o anche solo empatia. Gli unici dialoghi ai quali noi spettatori assistiamo (e non i genitori), li fanno con gli occhi. Proprio da quei fugaci sguardi che a malapena si scambiano, partira’ una risposta agghiacciante al male che li circonda.
L’opera seconda dei trentunenni fratelli D’Innocenzo (scoperti con ‘La terra dell’abbondanza’) e’ una favola nera piena di rabbia e di inventiva. Un pugno nello stomaco che ti stende allo scadere, essendo partito lento, rarefatto ma allo stesso tempo inquietante. Il ricordo va ad altri sobborghi addormentati, dove il male covava nascosto: il Lynch di ‘Velluto blu’, ma anche le sottotrame del villaggio de ‘Il nastro bianco’ di Haneke. Anche nell’italianissimo ‘Favolacce’, assistiamo a un uso sapiente di scene quasi oniriche, accompagnate da una colonna sonora che e’ quasi quell’impercettibile – ma presente, e continuo – sussurro dei ragazzini.
Una storia corale (ci sono ben dodici protagonisti!) con una morale nerissima, che sorprende stilisticamente ed emotivamente. Una vera lezione di cinema dal sobborgo tutto italiano, al mondo.
GUSTO:
Gustare questo film richiede uno sforzo: difficile da inquadrare all’inizio, impossibile da digerire alla fine. Ma sara’ impossibile evitarlo, meglio una indigestione indimenticabile che rimanere a stomaco vuoto.
SCENA CULT:
Il “ti voglio bene” dichiarato al fratellino senza parlare.
FRASE CULT:
“Quanto segue e’ ispirato a una storia vera. La storia vera e’ ispirata a una storia falsa. La storia falsa non e’ molto ispirata.”
ATTORE CULT:
Elio Germano ( come se ci fosse bisogno di elogiarlo ancora. Pero’ e’ un animale da recitazione. Un mostro mascherato da persona normale, che riempe ogni silenzio di significato.
– DOC –
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- Il film ha vinto il premio alla migliore sceneggiatura al Festival di Berlino 2020.
- I due registi avevano scritto il soggetto del film a soli 19 anni.
- La voce narrante e' di Max Tortora.