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HEREDITARY – LE RADICI DEL MALE
La nonna di una “normalissima famiglia americana” muore portando con se’ molti segreti nella tomba. Una serie di eventi inquietanti prima, e tragici poi, riapriranno uno ad uno tutti gli scheletri che sia lei che i suoi eredi avevano nell’armadio.
Film-passaparola al Sundance (che l’anno scorso aveva portato bene a Scappa – Get Out), il film diesordio di Ari Aster è stato acclamato come “il film più originale e spaventoso degli ultimi tempi”. E a ragione.
Più che agli horror spargi-sangue e alle porte che sbattono all’improvviso, qui il regista strizza l’occhio a drammoni familiari d’autore, come “in The Bedroom”, “Sussurri e grida” ecc., tanto da aver obbligato il cast alla loro visione prima di iniziare le riprese. Il risultato è tangibile: l’atmosfera è quella della pura paranoia, con dei piccoli dettagli di vita familiare che potrebbero significare tutto o niente. La “quotidianità del male” che potrebbe accadere a tutti – vedansi gli effetti catastrofici di una banale reazione allergica.
Oltre alla paura costruita per accumulo, è da elogiare anche la scelta del cast: in particolare gli stati di allucinazione della madre Toni Collette, che torna al soprannaturale dopo la nomination agli Oscar ne Il Sesto Senso; e l’inquietantissima quindicenne Milly Shapiro, talmente freak da farci dubitare per tutto il film se “ci è” o “ci fa”.
Insomma, per gli amanti della paranoia, un film che vi entrerà sottopelle e faticherà a uscirne…
GUSTO: Per gli amanti della paranoia pura, e dei difensori del concetto “i panni sporchi (di sangue) si lavano sempre dentro casa”…
SCENA CULT: Oltre alla scena della reazione allergica (già citata), almeno un paio di dialoghi tra madre allucinata e figlio (vedi la confessione “Non ho mai voluto essere tua madre!” che arriva come un fulmine a ciel sereno, salvo poi pentirsene non appena pronunciata).
-DOC-
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