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7

7.3

HEREDITARY – LE RADICI DEL MALE

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Ari Aster

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In seguito alla morte della matriarca della famiglia Graham, sua figlia e i suoi nipoti iniziano a scontrarsi con alcuni segreti criptici e terrificanti riguardo la propria discendenza, cercando di superare il sinistro destino che hanno ereditato.

La nonna di una “normalissima famiglia americana” muore portando con se’ molti segreti nella tomba. Una serie di eventi inquietanti prima, e tragici poi, riapriranno uno ad uno tutti gli scheletri che sia lei che i suoi eredi avevano nell’armadio.
Film-passaparola al Sundance (che l’anno scorso aveva portato bene a Scappa – Get Out), il film diesordio di Ari Aster è stato acclamato come “il film più originale e spaventoso degli ultimi tempi”. E a ragione.
Più che agli horror spargi-sangue e alle porte che sbattono all’improvviso, qui il regista strizza l’occhio a drammoni familiari d’autore, come “in The Bedroom”, “Sussurri e grida” ecc., tanto da aver obbligato il cast alla loro visione prima di iniziare le riprese. Il risultato è tangibile: l’atmosfera è quella della pura paranoia, con dei piccoli dettagli di vita familiare che potrebbero significare tutto o niente. La “quotidianità del male” che potrebbe accadere a tutti – vedansi gli effetti catastrofici di una banale reazione allergica.
Oltre alla paura costruita per accumulo, è da elogiare anche la scelta del cast: in particolare gli stati di allucinazione della madre Toni Collette, che torna al soprannaturale dopo la nomination agli Oscar ne Il Sesto Senso; e l’inquietantissima quindicenne Milly Shapiro, talmente freak da farci dubitare per tutto il film se “ci è” o “ci fa”.
Insomma, per gli amanti della paranoia, un film che vi entrerà sottopelle e faticherà a uscirne…

GUSTO: Per gli amanti della paranoia pura, e dei difensori del concetto “i panni sporchi (di sangue) si lavano sempre dentro casa”…

SCENA CULT: Oltre alla scena della reazione allergica (già citata), almeno un paio di dialoghi tra madre allucinata e figlio (vedi la confessione “Non ho mai voluto essere tua madre!” che arriva come un fulmine a ciel sereno, salvo poi pentirsene non appena pronunciata).

 

-DOC-

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7

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