

9
Joker
Direttore
Todd Phillips
Genere
Action , Biopics , Cinecomics , Per Gasarsi , Per Immedesimarsi
Stars
Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Frances Conroy
Scrittore
Todd Phillips, Scott Silver
Produttore
Todd Phillips, Emma Tillinger Koskoff, Bradley Cooper
Durata
2h 2min
Deals
Anno di produzione
2019
Gotham City, 1981. I ricchi diventano sempre più ricchi, e i poveri sempre più poveri. E’ qui che vive (sopravvive) Arthur Fleck, una vittima del sistema, un reietto. Che si trova tutte le porte della società chiuse in faccia. Comico fallito, cercherà di entrare dall’unica porta che ha tentato di attraversare fin dall’infanzia, quella della stand-up comedy del suo idolo Murray Franklin. Nel frattempo scivolerà però verso la Follia.
C’è moltissimo da dire su questo film, il primo Cinecomic Autoriale. Già da questa nuova etichetta, il nome è tutto un programma.Questo Joker è una scommessa, una uscita di sicurezza dalla continuity dei Marvel. Non c’è neanche un effetto speciale, quasi zero rimandi al mondo dei supereroi. Coraggioso al punto di saper viaggiare da solo dall’universo gratuito della rinuncia ad ogni tipo di scrittura. (Scommettiamo: Oscar alla Sceneggiatura)
Poi l’ambientazione: la città è Gotham ma è New York, il sistema è quello del capitalismo anni ’80 ma anche quello dell’era di Trump. Un biopic su un villain di solito richiede una nemesi. In questo caso la nemesi è proprio la società aggressiva e non accogliente, a cui viene riservata una recrudescente contestazione, molto simile al momento che stanno vivendo gli USA (vedere l’elogio di Michael Moore, accompagnato dalla protesta contro il boicottaggio del film da parte del governo statunitense).
Ed è in questa città che si muove il nostro Arthur, un po’ Travis Bickle di ‘Taxi driver’, un po’ Ruper Pupkin di ‘Re per una notte’ (interpretato all’epoca da De Niro che ora è invece l’idolo di successo – altro grandioso gioco delle parti). Gli omaggi a questi grandi film degli anni a cavallo tra i ’70 e gli ’80 non sono solo ossequi: Todd Phillips evoca dichiaratamente un cinema ‘verità’, nel quale i personaggi si trovano a vivere immersi in un mondo decadente ed iperrealistico. (Scommettiamo: Oscar alla Scenografia e alla Fotografia, magnificamente livida)
Cosa dire di Joaquin Phoenix: una interpretazione Larger than life, che vincerà tutto quello che si potrà vincere (ovviamente = Oscar alla Recitazione), la cui interpretazione verrà studiata da ogni scuola di recitazione da qui in avanti. Un attore che è dimagrito 23 chili per entrare fisicamente nel personaggio, ma pensiamo che psicologicamente sia stato anche peggio: Arthur Fleck ci fa entrare nell’abisso della follia pura, quella che è sola di fronte al mondo e non ha vie d’uscita, anzi: si sublima solo con l’orrore. Nella storia del cinema, pochi ritratti psicologici erano stati così dirompenti e intollerabili: praticamente usciamo dalla sala travolti dal disagio psichico.
Infine, la regia. Todd Phillips viene da ‘Una notte da leoni’. Ha scommesso tutto su un Cinecomic senza il Comic, praticamente. Nella messa in scena e nei dettagli (vedasi il pennello passato sulla lingua), così come nell’attenzione per il suono, anch’esso totalizzante, quasi fosse il perenne sottofondo un folle. Scommettiamo per lui e per il turbinoso score violoncellistico, accompagnato da chicche quali ‘Smile’ di Nat King Cole, Oscar alla Regia e alla Colonna Sonora.
Siamo di fronte ad un film epocale: coraggioso e complesso allo stesso tempo. Abbiamo detto perché coraggioso, mentre la complessità è data da un panorama simbolico di riferimento davvero profondo: le porte di uscita, simbolo di emarginazione, le risate di Arthur che sono anche lamenti, la mutevolezza del giusto / sbagliato o della legge / trasgressione. Insomma un film magistralmente confezionato, che ci fa finalmente godere della forza dell’ossimoro: siamo di fronte al primo vero Cinecomic Autoriale.
GUSTO
Per chi vuole provare un gusto assolutamente nuovo nel panorama cinematografico: il Cinecomic d’Autore.
SCENA CULT
Lo scontro in metropolitana.
FRASE CULT
Il modo di pensare di Arthur deriva da una battuta precisa di Rupert Pupkin / Robert De Niro in ‘Re per una notte’: “Guardo tutta la mia vita e vedo cose terribili, e allora la trasformo in qualcosa di divertente.”
– DOC & Ulysses Everett McGill –
Sorry, no post found.
- Totalmente fuori e contro la continuity della Marvel anche nella visibilità: il logo DC compare solo ai titoli di cosa
- All'uscita dalla sala, Martin Scorsese si è scagliato contro gli "altri" cinecomics (Avengers & Co.), paragonandoli a dei parchi a tema. La polemica infuria
- Il film è il primo Cinecomic a vincere il Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia
- All'uscita nelle sale americane, sono state schierate forze di polizia per 'contenere' il malcontento contro la società da parte del pubblico pagante
- Sul set ci sono stati vari problemi tra i due protagonisti. Nello specifico, Bob De Niro ha accusato Phoenix di rimanere sempre isolato e di non aver voluto leggere la sceneggiatura insieme