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8.5

7,4

La Vita Nascosta

Direttore

Terrence Malick

Stars

August Diehl, Valerie Pachner

Scrittore

Terrence Malick

Produttore

Durata

2h 54min

Deals
EUR 32,77
Anno di produzione

2019

La storia dell'austriaco Franz Jägerstätter, obiettore di coscienza, che si rifiutò di combattere per i nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale e finì per essere giustiziato nel 1943.

Credevo avremmo potuto costruirci un nido in alto, sugli alberi, volare via come uccelli sino alle montagne…

Inizia con la poesia il nuovo lungometraggio con cui Terrence Malick torna a parlare della seconda guerra mondiale. Effettivamente è il Malick di The Tree of Life e non quello della Sottile linea rossa a raccontarci la storia di Franz Jägerstätter, passato alla storia (forse) per essere stato l’unico paesano del suo borgo austriaco ad opporsi al nazismo per la sua fede cattolica.

 

Contro il nazismo perché cattolico. Eccola l’idea di un film lungo e pesante – diaciamolo subito – ma meno pesante di The Tree of Life – che comunque è più breve – che prende piede dalle deliziose montagne austriache dove Franz e Franziska si godono il loro nido d’amore tra maggesi e mucche da mungere. Un primo quadro che può risultare disturbante per l’eccessiva simmetria con una certa regia da spot pubblicitario.


Un nido in alto, dunque, ma che purtroppo ha un cielo ancora più alto dal quale un giorno i due vedono giungere i cacciabombardieri della Luftwaffe. Il paradiso perduto sarà per il coraggioso Franz l’inizio del suo calvario in cui vivere con coerenza di vita e di fede la rinuncia al compromesso col male. Cosa aggiunge Malick alla sterminata lista di film su questo argomento? Introspezione. È questa la rotaia da seguire e lo fa benissimo, stavolta con un unico vagone, quello della Fede.  L’intero film è un continuo stimolo a chiedersi se si è disposti a obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. Forse è un punto di arrivo per il regista che non si è mai confrontato con una figura eroica come quella del cattolico Jägerstätter, recentemente proclamato Beato, sebbene la retorica di Malick non abbia mai nascosto il suo interesse per la contemplazione, la spiritualità.

Con Hidden Life, finalmente questa spiritualità viene genuinamente allo scoperto, ha un nome e un’appartenenza oltre che un testo sacro a cui far continuo riferimento, la Bibbia. La tradizionale lirica di Malick, nel lungo secondo atto del film, cede il posto alla poesia religiosa, quella dei Salmi e del Vangelo che infarciscono e nutrono la corrispondenza struggente ma carica di speranza tra Franz e sua moglie.

La sceneggiatura è un elegantissimo inno alla speranza cristiana, carico di sublimi incontri tra immagini e musica e, sebbene a volte la regia si prenda qualche eccessiva libertà come riprese a mano spesso non giustificate, angolazioni distorte e una fotografia bella ma ossessiva, il giudizio tecnico complessivamente positivo è dato soprattutto da quel saper equilibrare costantemente narrazione storica e vissuto introspettivo del protagonista.

Bisogna tenere in gran conto un’opera del genere, capace di parlare al cuore e alla propria ricerca di coerenza, oltre ogni forma di vessazione si possa vivere, per tenere alto lo sguardo della speranza. Restano nel cuore le parole del pittore che nel film dipinge la sua ultima icona: “Un giorno dipingerò il vero Cristo”. Così la speranza cristiana può produrre solo bellezza, anche e soprattutto in mezzo all’orrore.

 

GUSTO: Una storia vera che stimola la fame di una vita vera.

 

FRASE CULT:

È meglio scontare un’ingiustizia che commetterla.

 

– Ulysses Everett McGill –

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8.5

Great

  • E' l'ultimo film interpretato dal compianto e bravissimo Bruno Ganz
  • L’omelia pronunciata dal pavido vescovo Joseph Fließen, è in realtà una cripto-citazione di una reale omelia pronunciata dal vescovo Clemens August von Galen. Tutt’altro che pavido, il prelato fu soprannominato “Leone di Münster” per la sua fiera e aperta opposizione al regime Nazista. Riportiamo qui il testo di von Galen: “Noi siamo incudine e non martello. Rimanete forti e irremovibili come l’incudine sotto l’imperversare dei colpi che si abbattono su di noi, nella dedizione sconfinata al popolo e alla patria. Bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini”
  • Al termine del film questo breve scritto di George Eliot svela il significato del titolo: “La sana crescita del mondo dipende in parte da atti ignorati dalla storia, e se a te e a me le cose non vanno così male come sarebbero potute andare, lo dobbiamo anche a coloro che hanno vissuto con fede una vita nascosta e riposano in tombe dimenticate”