

7.5
Libere, disobbedienti, innamorate
Direttore
Maysaloun Hamoud
Genere
Attualità , Drama , Per Aggiornarsi , Per Scuotersi
Stars
Mouna Hawa, Sana Jammelieh, Shaden Kanboura
Scrittore
Maysaloun Hamoud
Produttore
Durata
1h 43min
Tre ragazze condividono un appartamento a Tel Aviv. Sono tutte e tre di origine palestinese, ma provengono da villaggi diversi: una proviene da una famiglia Cristiana molto tradizionalista, che cerca di maritarla con parenti e gente fidata, un’altra è un’avvocato in carriera di Nazareth, molto aperta alla cultura underground di Tel Aviv e single incallita, mentre l’ultima arrivata, con velo, appartiene ad uno dei villaggi musulmani più conservatori della zona. Una serie di eventi, incontri e scontri con le famiglie di origine le metterà di fronte ad una sfida comune contro la discriminazione sulle donne.
Tante cose vanno spiegate prima della visione. Innanzitutto il titolo (originale). “In Between” traduce infatti l’arabo “Bar Bahar”, tra la terra e il mare, che è questa terra di mezzo dove le tre protagoniste si trovano: non più nei loro piccoli villaggi conservatori, dove ancora l’orgoglio patriarcale ha la meglio, ma non ancora in un posto dove possano esprimersi in piena libertà, dato che Tel Aviv simboleggia bene tutte le contraddizioni dell’affare Israele-Palestina. Una generazione che si vuole emancipare dalle radici conservatrici, trovandosi però “né qui, né altrove”
E inoltre, la provenienza diversificata delle ragazze, regala sfaccettature diverse, con contesti-religioni-famiglie che pur essendo diverse nella forma, non lo sono nella sostanza che è quella di relegare la donna a un ruolo più attivo ma solo in superficie.
La regista è donna, anch’essa arabo-israeliana, la quale è stata bistrattata dalla comunità palestinese per aver ottenuto fondi da Israele (senza i quali però, non ci sarebbe stato il film).
Insomma, tanti spunti ancora prima di iniziare la visione. Visione che, pur non sapendo tutti questi antefatti, ci regala uno spaccato molto accurato di quellaspecifica realtà, ma anche più generale di tutto il sostrato maschilista che si nasconde in tante buone intenzioni (siano esse israeliane, arabe, cristiane, musulmane, aperte e tradizionaliste) per la quale la donna dovrebbe essere libera in ogni sua scelta, dal ragazzo/ragazza alla carriera, fino ai vestiti da indossare. Queste tre storie ci comunicano che tanto c’è ancora da fare, e che un’arma potentissima potrebbe essere proprio la solidarietà “cameratesca” tra donne, come il finale suggerisce.
GUSTO:Per riflettere sulla condizione della donna attraverso una commedia amara, da una prospettiva molto interessante.
SCENA CULT: Il finale, ma anche qualche scena inaspettatamente forte qua e là.
-DOC-
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