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Selma – La strada per la libertà
Direttore
Ava DuVernay
Genere
Biopics , Per Immedesimarsi , Per Ricordarsi , Storici
Stars
David Oyelowo, Carmen Ejogo, Tim Roth
Scrittore
Produttore
Durata
2h 08min
I giorni e la storia delle vicende di Selma, cittadina in Alabama, dove nel 1965 Martin Luther King jr, con un gruppo di coraggiosi manifestanti, compie una marcia pacifica per scuotere l’opinione pubblica ed il presidente Johnson sul diritto al voto dei neri d’America, di fatto permesso, ma proibito da leggi locali. Le violenze si scatenano da parte del potere, ma Martin Luther King, fresco Nobel per la pace, è intenzionato a proseguire sulla sua linea pacifica, che vincerà. Selma, diretto con onestà e ritmo dalla regista americana Duvernay, è prima di tutto, e forse soprattutto, un film potente. Non è un film su Martin Luther King, ma un film su uomini e donne, guidati dal leader, pronti a tutto pur di vedere all’orizzonte un’uguaglianza scritta nella Costituzione, ma non nel cuore del sud bianco.

È un film senza compromessi, coraggioso e mai ridondante che guida lo spettatore in una pagina di storia americana e mondiale, srotolando gli eventi e chiedendogli poi di giudicarli. Il fulcro è sicuramente il carismatico King, interpretato enormemente bene da David Oyelowo (dov’è la sua nomination agli Oscar?), che tratteggia il pastore protestante nel suo lato umano, nei suoi dubbi, nei suoi problemi famigliari. Ma il contorno di ottimi comprimari rifinisce l’opera: Oprah Winfrey, combattente come ai tempi de “Il colore viola”, Tim Roth, disumano governatore dell’Alabama, Tom Wilkinson ottimo presidente USA; e poi Martin Sheen, Giovanni Ribisi, Cuba Gooding jr, e una schiera di visi e voci e pugni alzati, pro e contro, che ricordano come valga la pena lottare per ciò in cui si crede, fino a vederlo realizzato.
GUSTO:
Per gli amanti di film che raccontano la Storia attraverso storie di uomini.
FRASE CULT:
“Sono venuto qui con la speranza di parlare con lei del mio popolo. Un popolo che lotta, morendo nelle strade. Questo non può aspettare signore” (King jr al presidente Johnson)
-Pi-
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